Immagina Sara, 39 anni, amante del trekking. Agosto, ferie. Finalmente si ferma.Solo che quando si ferma sente tutto: sonno leggero, cuore accelerato, tensione alle spalle, pensieri che non mollano la presa.Quante volte ti è capitato di arrivare alla pausa più stanco di prima?Poi legge una frase che la blocca:
“
La respirazione diaframmatica profonda è un respiro‑pilota: abbassa il cortisolo e riattiva il tono parasimpatico.”
E lì decide di provare. Chiude gli occhi. Appoggia le mani sull’addome. Inspira. Espira.
Non cambia il mondo fuori. Cambia lei, dentro.
Quando non respiri (bene), paghi pegno
- Il cortisolo resta alto più del dovuto → ti senti “in allerta” anche in vacanza.
- Il sistema nervoso autonomo resta sbilanciato → recuperi male, dormi peggio.
- Il core perde la sua funzione profonda → postura crolla, dolori aumentano.
- La tua performance non sale… anche se spingi.
Ti convinci che sia “colpa dell’età”, “del caldo”, “del lavoro”.
(E intanto ignori il segnale più semplice: il respiro.)